Valtellina Softair Club

Il Softair

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view post Posted on 19/2/2010, 01:07
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L'inferno è solo per gli Eroi!!!

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Il Soft-air è uno sport riconosciuto dal CONI come FISA (Federazione Italiana Soft Air) dal 1996. Si tratta di una pratica nata in Giappone e poi diffusa anche in Italia. Si tratta di una simulazione in cui i giocatori di Soft-air (uomini e donne) si dividono in due (o più) squadre che individuano il loro Team Leader e devono raggiungere uno o più obiettivi in un lasso di tempo predefinito. Ogni giocatore ha in dotazione una o più armi giocattolo (pistola, fucile, mitraglietta) che possono facilitare o essere necessarie al raggiungimento dell'obiettivo assegnato. Nel Soft-air non è previsto il contatto fisico tra i giocatori che devono conseguire i loro obiettivi utilizzando le loro capacità strategiche, tattiche e la creatività.

Ecco alcuni esempi di obiettivi che possono essere richiesti ad una squadra di Soft-air all'interno di un gioco:

· conquista, difesa o mantenimento di un oggetto (es. bandiera);

· conquista, difesa o mantenimento di una postazione;

· Rifornimento ad una postazione assediata;

· liberazione di un prigioniero e suo trasporto in un'area di sicurezza;

· recupero di materiale strategico (es. veicolo militare, documenti....);

· recupero e disinnesco di un ordigno;

· superamento di un campo minato o di fili elettrici;

· eliminazione della squadra avversaria;

· allestimento di un campo base;

· costruzione di un ponte;

· ...............................

In molti casi il gioco diviene più complesso trasformandosi in una vera e propria "storia".

In genere un incontro di Soft-air ha una durata che può variare dal 1 ora ad una giornata intera, prevedere più giochi ed essere effettuato di giorno o di notte. Naturalmente le "notturne" sono più adrenalizzanti perchè impediscono ai giocatori l'uso della vista per le azioni e quindi la persona è stimolata ad usare gli altri sensi/risorse che di solito sotto-utilizza.

Il Soft-air necessita di ambienti generalmente boschivi ma può essere svolto anche in territori urbani come cascinali abbandonati, fabbriche dismesse, ruderi, cave abbandonate; tutti luoghi che, comunque, sono caratterizzati da ostacoli naturali o artificiali (in ogni caso affrontabili mobilitando le proprie risorse).

Il Soft-air non presenta alcun pericolo per il giocatore perché utilizza armi giocattolo che sparano pallini di plastica o ceramica molto piccoli che sono innocui (e non inquinanti). L’unico accorgimento richiesto è un abbigliamento adeguato che protegga la parte più vulnerabile del corpo, gli occhi, con maschere o occhiali. Oltre alla protezione per gli occhi, è d’obbligo una tenuta che mimetizzi il giocatore (tuta mimetica, vari mezzi di mimetizzazione).

L’eliminazione di un avversario (od accidentalmente di un compagno di squadra) colpito da uno o più pallini è rappresentata dalla sua stessa dichiarazione (esclamazione "colpito!"). E’ ovvio, quindi, che una delle prime regole/requisiti di questo sport è la correttezza sportiva di chi lo pratica. In genere, comunque, allo scopo di interrompere "il flusso di pallini", ogni giocatore ha tutto l’interesse, se colpito, a dichiarare l’avvenuta eliminazione. In ogni caso, il giocatore colpito si reca nell’apposita area (una sorta di campo provvisorio) e potrà rientrare nel gioco successivo.

Scelto il gioco vengono costituite le diverse squadre tenendo conto delle armi in dotazione (cercando di equilibrare le risorse di ogni squadra) e dell'esperienza dei giocatori. Ogni squadra identifica un Team Leader (solitamente quello che i giocatori stimano più esperto) ed eventualmente un campo base (se il tipo di gioco lo richiede).

Se chiediamo ad un softgunner quali caratteristiche deve avere il miglior giocatore, egli risponderà che deve…..:

· essere un buon tiratore

· essere un camaleonte (all' occasione sa diventare "invisibile")

· saper gestire gli imprevisti

· mantenere la calma anche "sotto pressione"

· saper lavorare in gruppo (non è un individualista)

· saper muoversi nell' ambiente ("bosco", "macchia", "aree urbane")

· amare e rispettare la natura

· riconoscere gli errori commessi e imparare da essi

· essere silenzioso, agile e veloce

Si stimano 20.000 softgunner: o meglio è il numero dichiarato nel Maurizio Costanzo Show in una puntata in cui erano ospiti i Corsari ASG di Genova.
A voler essere critici, non è nota la fonte di questo dato. l'origine può essere dalle Forze dell'Ordine (quindi accurato); desunto da ricerche demografiche/ statistiche (quindi dubbio) o stimato (ovvero tirato ad indovinare).

Anche le liste di squadre in circolazione ed i links su internet sono poco accurate: hanno numeri di telefono ed indirizzi URL non più attivi e riportano squadre sciolte da tempo.
Comunque, il dato di 20.000 giocatori si dice sia abbastanza realistico.

Il softair ha ben poco a che fare con la guerra: questo non toglie che i legami con il mito della guerra siano molto forti.
Innanzitutto, le reazioni fisiche e psicologiche di un fante in combattimento sono le stesse di un giocatore: paura, tensione, istinto di conservazione, secrezione di adrenalina, senso di smarrimento, attaccamento ai compagni. Che poi le conseguenze possano essere tragiche da un lato e assai limitate per chi gioca, poco importa.

Il Softair ha il lato migliore dello spirito militare: cameratismo, amicizie vere, un mondo più semplice senza ipocrisie, calcoli di convenienza personale senza fortunatamente dover fare i conti con la brutalità e la violenza di una guerra.

Nel Softair un individuo si mette in gioco con quello che ha, in una situazione estrema ed inusuale. Non contano i titoli, i gradi, gli "agganci" che uno ha nella vita civile, qui si vince o si perde contando solo su se stessi.

La prima partita è uno shock: ti senti perso. Nessuno ti dice niente, ti spiega niente: tu segui e zitto, non fare casino. Sbrigati e Aspetta, come dicono nell’Esercito Americano. Scoprirai che la solitudine ed il fatto di non sapere mai che sta succedendo ti accompagnerà per tutta la tua carriera. Non fa paura incontrare l’avversario, spaventa il non sapere: non sapere se si sta andando avanti o indietro, se quell’ombra lì davanti è quello che devi seguire o un albero, se il rumore a destra l’hai sentito o te lo sei solo immaginato.

Fa paura essere messo da solo da qualche parte ad aspettare, per fare un arresto volante contro l’avversario in avanzata: sei lì fermo, con tutti gli insetti di questo mondo che ti assaggiano, gradiscono e invitano gli amici. Aspetti. Aspetti, ore. Aspetti, una vita. Nel silenzio, i tuoi pochi movimenti sembrano facciano un rumore esagerato: i cespugli si muovono. No, nessun rumore, le foglie sono ferme, ma quella piantina non era lì, sono convinto che era più in là; anche quelle spine laggiù, erano più vicine all’albero. Scherzi della tensione.
Senti una raffica più avanti, altre due: la coppia davanti a te ha finalmente visto l’avanguardia degli "altri". Silenzio, tutto finito. Aspetti, ancora; aspetti. Un fruscio a sinistra: il vento? No, arriva! Un’ombra, avanza veloce. Alla fine ecco una sagoma. Imbracci, pianissimo, facendo un casino dannato. Non ti ha sentito? No, avanza ancora. É a non più di dieci metri. Lasci partire una lunga raffica, lo prendi in faccia. "Preso! ... Ho detto preso! .. Vaffan...", urla, è il tuo socio, quello avanti a te. Una raffica da chissà dove, una strisciata di pallini di traverso sul petto: Ahia. Gridi "colpito", ti alzi e ti guardi in giro. Boh? Cerchi chi ti ha sparato: nessuno. Ti allontani, col fucile sulla testa, mentre la tua "vittima" bestemmia a mezza voce.

Spaventato? Un po’ rude come inizio? Meglio avvertirti subito: il softair non è uno sport per mammole, e se non ti regge il fegato ad un po’ di tensione e all’adrenalina che pompa, datti all’ippica o al giardinaggio. Non sempre va a finire proprio così, ma è meglio che entri in questo ordine di idee.

Le partite a softair variano moltissimo: dalle semplicissime operazioni di attacco e difesa, ad obbiettivi multipli con percorsi obbligati, messaggi da recuperare lungo la strada etc.. Ti può capitare di tutto, dall’attacco all’arma bianca ad una postazione impossibile, a rintanarti in un roveto aspettando, da solo; correre a rotta di collo in un campo di grano senza vedere più in là di un metro o strisciare lentamente in un fossetto. Canali, buche, fango, erba, nulla è impossibile: dove c’è terra, c’è gioco.

Interessato? Davvero? Ok, vieni a trovarci.
 
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